martedì 7 aprile 2015

vedere e credere




Gv 20, 1-9

Il primo giorno della settimana,

Per noi che ci siamo un po' americanizzati la domenica, insieme al sabato, sono diventati nel linguaggio comune il week end, il fine settimana. Ma negli eventi pasquali il ‘giorno dopo il sabato’ di cui parlano i vangeli, il giorno nuovo, è il primo della settimana, quello da cui hanno origine tutti gli altri giorni, quello che nel linguaggio della comunità cristiana diventerà la 'dies Dominica', il giorno del Signore (da cui il termine Domenica). La resurrezione di Gesù è l’evento che cambia il senso della storia, che le dà un orizzonte nuovo, non più ciclico (nascita, vita, morte) ma aperto all’eternità.

Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 


Corse allora e andò da Simon Pietro

In questo resoconto di Giovanni ci sono molti movimenti: Maria va alla tomba, poi corre da Pietro, che a sua volta corre con Giovanni verso il sepolcro. Ho letto in questi movimenti il coinvolgimento personale dei protagonisti che, lo vedremo tra poco, siamo anche noi che leggiamo: la fede cristiana richiede sempre un movimento da parte del credente, che non si limita a credere in un’astratta esistenza di Dio, ma ne percepisce la presenza-assenza e si muove per ‘andare a vedere’, per cercarlo. I sacramenti stessi, pilastri della fede cristiana (almeno quella cattolica e ortodossa, mentre i movimenti protestanti se li sono un po’ persi per strada) sono una rappresentazione molto chiara di questo movimento in contemporanea tra Dio che si muove per raggiungere l’uomo e l’uomo che si muove per incontrare Dio.

e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava,

Spesso nel vangelo di Giovanni compare questo discepolo senza nome, che è Giovanni stesso (quindi un testimone degli eventi) ma anche, attraverso questo espediente teologico-letterario, ogni discepolo, ogni cristiano che viene quindi chiamato in causa come protagonista, non solo come spettatore.

Gesù si commosse profondamente e dichiarò: “In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà”. I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: “Dì, chi è colui a cui si riferisce?”. Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: “Signore, chi è?”. Gv 13, 21-25

 Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Gv 19, 25-27

Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: “Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. Gli risposero: “No”. Allora disse loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: “E' il Signore!”. Gv 21, 4-7

Da notare tra l’altro che dei tre brani citati, due riportano il binomio Discepolo che Gesù amava-Pietro. E il terzo episodio si svolge dopo la resurrezione di Gesù, con ‘il discepolo’ che per primo riconosce Cristo.

e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.

Les disciples Pierre et Jean courant au sépulcre le matin de la Résurrection, 1898, olio su tela, 82×134 cm, Museo d'Orsay, Parigi.

Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

Dichiarazione molto curiosa e interessante. Non dimentichiamo che questo discepolo è lo stesso narratore, Giovanni, ed è uno dei dodici. E’ uno dei primi chiamati da Gesù, uno che lo ha seguito ed è stato con lui in tutta la sua vita pubblica.

…andando  un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre sulla barca con i garzoni, lo seguirono. Mc 1, 19-20

Lo ha sentito predicare, annunciare e rivelare, Lo ha visto fare miracoli, guarire malati e risuscitare morti. Ci verrebbe da pensare che la sua fede in Cristo dipenda da questa esperienza personale, diretta, fisica, esperienza che lui stesso nella sua prima lettera esprime così:

…ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito... I Gv 1, 1-3

Eppure non è così. Giovanni dice chiaramente ‘vide e credette’ solo dopo la morte di Gesù. Solo nella sua tomba vuota. Anzi, proprio a proposito della tomba vuota, questa affermazione è curiosa anche per un altro motivo: Giovanni non crede per aver visto Gesù risorto. Qui Gesù risorto non c’è. C’è solo la tomba. Eppure Giovanni ‘vide e credette’. Qual è allora l’origine di questa fede di Giovanni?

 
Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Ecco la fonte. Inaspettata, considerando quello che istintivamente ci verrebbe da pensare. Dovrebbe essere l’esperienza dell’incontro con Gesù, vivo (prima della morte) o meglio ancora risorto (dopo la morte) a fondare la fede di Giovanni. E invece no. La scoperta della tomba vuota non mette in moto la ricerca di Gesù per poterlo vedere, ma richiama qualcosa che i discepoli in realtà conoscevano già, che era sempre stata a loro disposizione, ma che ‘non avevano ancora compreso’: la Scrittura. Giovanni non ha visto Gesù risorto, ma ha ‘visto’ ciò che non aveva ancora saputo vedere: la rivelazione di Dio. Mi vengono in mente le parole di Abramo in risposta al ricco nella parabola di Lc 16:

…padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi”.  Lc 16, 27-31


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