Mt 4, 1-11
Gesù
fu condotto dallo Spirito Santo nel deserto, per essere tentato dal diavolo.
All’inizio della Quaresima, il Mercoledì delle Ceneri, ci sono state
proposte le tre cose da fare in questo periodo che prepara la Pasqua:
preghiera, carità e digiuno. Ciascuna di queste azioni è strettamente collegata
ad un aspetto fondamentale della nostra vita di cristiani: la preghiera è la
concretizzazione del rapporto con Dio, la carità lo è del rapporto con gli
altri, e il digiuno è l’allenamento nel saper gestire il rapporto con noi
stessi, in modo da non lasciarsi guidare dagli istinti.
Quindi un impegno forte per imparare a vivere al meglio gli aspetti fondanti della
nostra vita quotidiana è essenziale, pur essendo faticoso. Ecco perché Gesù
viene portato dallo Spirito Santo nel deserto. Le tentazioni che subisce non
sono un incidente di percorso, un imprevisto, un episodio negativo e inaspettato della sua vita. Sono un momento essenziale attraverso cui bisogna passare. Senza
questo scontro, senza questa prova, la vita di Gesù (così come la nostra)
mancherebbe di qualcosa di essenziale. Questa verifica, questa prova, è
presente spesso nei testi biblici, e Gesù stesso se ne fa carico.
Dio, tu ci hai messi
alla prova; ci hai passati al crogiuolo, come l'argento. Ci hai fatti cadere in
un agguato, hai messo un peso ai nostri fianchi. Hai fatto cavalcare uomini
sulle nostre teste; ci hai fatto passare per il fuoco e l'acqua, ma poi ci hai
dato sollievo. Sal 66, 10-12
Ricordatevi che i
vostri padri furono messi alla prova per vedere se davvero temevano il loro
Dio. Ricordate come fu tentato il nostro padre Abramo e come proprio attraverso
la prova di molte tribolazioni egli divenne l'amico di Dio. Così pure Isacco,
così Giacobbe, così Mosè e tutti quelli che piacquero a Dio furono provati con
molte tribolazioni e si mantennero fedeli. Gdt 8, 21.23
Anche nel vangelo della prima domenica di Quaresima si viene invitati a soffermarci sui tre aspetti essenziali della vita
cristiana, ma da un'angolazione diversa: qui
vengono evidenziati i modi sbagliati di gestirli. In altre parole, in questo
testo si parla del peccato. Quello del peccato è un argomento sgradito e
sgradevole, ma ignorarlo non ci fa bene. E soprattutto ci impedisce di
intervenire per estirparlo.
Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
La prima tentazione, il primo rischio di peccato, riguarda il
rapporto con noi stessi. Gesù nel vangelo delle Ceneri invitava al digiuno,
cioè all’autocontrollo. Il tentatore qui invita a fare l’opposto: hai fame?
Mangia. Estendendo questo atteggiamento ai vari aspetti della nostra vita
potremmo aggiungere: desideri qualcosa? Prendilo. Vuoi denaro? Procuratelo. Odi
qualcuno? Fagli del male… Gli esempi potrebbero continuare all’infinito.
Come risponde Gesù? Che c’è qualcosa di superiore ai nostri
istinti, ai nostri impulsi, ai nostri stimoli. Qualcosa che ci permette di
capirli e metterli al posto giusto. E che ci permette di non essere governati e
comandati da questi impulsi, ma piuttosto ci insegna a guidarli e a incanalarli
in modo che siano al nostro servizio, non noi al loro.
Allora
il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e
gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi
angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché
il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto
anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
La seconda tentazione riguarda il rapporto con Dio. Anche questo
rapporto viene distorto, falsato, capovolto: invece di amarlo si viene
provocati a usarlo, dargli ordini, metterlo alla prova. Comandare Dio è una
tentazione forte, che spesso si insinua persino nella nostra preghiera, che non
a caso è molte volte una richiesta più che un gesto d’amore. Certo, Gesù stesso invita a chiedere, ma all'interno di un atteggiamento di fiducia in Dio, non di comando.
Di
nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni
del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se,
gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene,
satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo
renderai culto”».
La terza tentazione è una tentazione complessa e infida. L’orizzonte
iniziale è quello del rapporto con gli altri, ridotti a cose da satana: ‘tutte
queste cose io ti darò’, dice riferendosi ai regni del mondo. Ma questi regni
sono composti da persone. Per il diavolo sono cose, mezzi, strumenti da usare. Ma
mentre usa cose e persone, satana si svela: è Gesù che vuole usare,
sottomettere: ‘gettati ai miei piedi’. Satana si svela nella sua assoluta
egocentricità. Per tre volte dà istruzioni a Gesù, gli dice cosa dovrebbe fare,
accentuando questa sua pretesa con la provocazione: ‘se sei figlio di Dio…’. Non
solo lo mette alla prova, ma lo fa in modo subdolo: ‘dimostrami che sei figlio
di Dio facendo quello che ti chiedo. Se non lo fai allora non sei il figlio di
Dio’. E' un vero e proprio ricatto, e il ricatto morale è una delle tentazioni più distruttive dei rapporti interpersonali, proprio perchè è subdolo e mette in discussione l'identità e la buona fede dell'altro, provocandolo a dimostrarla. E' il meccanismo che sta sotto a espressioni come 'se mi vuoi bene, fai questa cosa...', oppure 'dopo tutto quello che ho fatto per te questo è il ringraziamento?'.
Allora
il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Controparte di Gesù in questo episodio è il diavolo. Ma
il diavolo esiste davvero? Sì, stando al vangelo. Gesù ne parla chiaramente e qui si scontra anche
con lui in modo diretto. Come è fatto? Non lo sappiamo, e non ha molta
importanza, neppure per Gesù. Quello che è importante è qual è il rapporto che
c’è tra lui e Gesù. E’ un rapporto di contrapposizione totale, ma soprattutto è
un rapporto impari. Il diavolo perde sempre, ogni volta che incontra Gesù.
Ecco, questa per noi è l’informazione fondamentale, non c’è bisogno d’altro.
I settantadue
tornarono pieni di gioia dicendo: “Signore, anche i demòni si sottomettono a
noi nel tuo nome”. Egli disse: “Io vedevo satana cadere dal cielo come la
folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli
scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non
rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto
che i vostri nomi sono scritti nei cieli”. Lc 10, 17-20
Gesù stava
scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a
parlare e le folle rimasero meravigliate. Ma alcuni dissero: “E' in nome di
Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni”. Altri poi, per metterlo
alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo i loro
pensieri, disse: “Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade
sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in
piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. Ma
se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi
li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio
i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio. Quando un
uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno
al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via
l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino. Lc 11, 14-22
Simone, Simone,
ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te,
che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi
fratelli”. E Pietro gli disse: “Signore, con te sono pronto ad andare in
prigione e alla morte”. Gli rispose: “Pietro, io ti dico: non canterà oggi il
gallo prima che tu per tre volte avrai negato di conoscermi”. Lc 22, 31-34
Quest’ultimo testo, che vede protagonista Pietro, ci rimanda
alla sfida che anche noi dobbiamo affrontare: Gesù ha vinto, ma noi non ancora, e siamo
deboli, e da soli non riusciamo a vincere. In realtà anche per Gesù la sfida non è ancora compiuta definitivamente. Luca aggiunge, nel suo testo delle tentazioni, un
particolare:
Dopo aver esaurito
ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al
tempo fissato. Lc 4
Il tempo fissato sarà quello in cui satana tornerà per l’ultima
volta alla carica. Sulla croce Gesù per tre volte si
sentirà dire ‘se sei figlio di Dio scendi dalla croce’, e sarà il momento della
sua massima debolezza umana. Ma ne parleremo più avanti, quando saremo vicini
alla Pasqua.
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