Chi
di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando
rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto:
“Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò
mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso
quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Ancora una volta l’immagine del servo, che a noi dà tanto
fastidio, tanto più riferita al nostro mondo, in cui nessuno di noi ha servi a
disposizione (almeno come li intendevano al tempo di Gesù). Ma legato a quel
termine ce n’è un altro che è, credo, quello verso cui Gesù ci vuole portare:
servizio. Essere servi non piace a nessuno, ma mettersi al servizio degli altri
è certamente un atteggiamento che riconosciamo come importante. Tanto più Gesù,
che lo ha fatto proprio:
Cristo Gesù, pur
essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con
Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile
agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino
alla morte e alla morte di croce. Fil 2, 5-8
Quando ebbe lavato
loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: “Sapete ciò che
vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se
dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete
lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho
fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più
grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo
queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. Gv 13, 12-17
Così
anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite:
“Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Ulteriore affondo di Gesù, che in questo testo è particolarmente
antipatico: ‘dite: siamo servi inutili’. Se essere servi non piace, ancora meno
piace essere inutili. Ma in lui abbiamo la chiave per capire queste parole.
Cristo ha realizzato il proprio essere servo in modo completamente gratuito,
non ha cercato la propria convenienza, ma la nostra. È stato davvero un servo ‘inutile’,
cioè senza utile proprio.
Gesù, chiamati a sé
i dodici, disse loro: “Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle
nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi
però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e
chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell'uomo
infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita
in riscatto per molti”. Mc 10, 42-45
La dialettica servo-padrone ha occupato molte menti in una
faticosa riflessione. Gesù ne dà una lettura che esce dai nostri soliti schemi.
Come ho già notato, essere servi non piace a nessuno, ma quanto è essere padroni
della propria vita scegliere liberamente di mettersi a servizio! Ma credo che
solo in una prospettiva di vita eterna, quale ci ha rivelato Cristo, sia
possibile comprendere a fondo questo servizio:
Siate pronti, con la
cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il
padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. Beati
quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi
dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. Lc
12, 35-37
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