Dalla Maestà divina fu assunta l'umiltà
della nostra natura, dalla forza la debolezza, da colui che è eterno la
nostra mortalità; e la natura impassibile fu unita alla nostra natura passibile.
Tutto questo avvenne perché
il solo e unico mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù,
immune dalla morte per un verso, fosse, per l'altro, ad essa soggetto. Vera, integra e perfetta fu la natura umana nella quale è nato, ma nel
medesimo tempo vera e perfetta la natura divina nella quale rimane
immutabilmente. In lui c'è tutto della sua divinità e tutto della nostra
umanità. Sublimò l'umanità, ma non sminuì la divinità. Il suo annientamento
rese visibile l'invisibile e mortale il creatore e il Signore di tutte le
cose. Il Figlio di Dio fa dunque il suo ingresso in mezzo alle miserie di questo
mondo, scendendo dal suo trono celeste, senza lasciare la gloria del
Padre. Invisibile in se stesso si rende visibile nella
nostra natura; infinito, si lascia circoscrivere; esistente prima di tutti
i tempi, comincia a vivere nel tempo; padrone e Signore dell'universo,
nasconde la sua infinita maestà e prende la forma di servo; impassibile e
immortale, in quanto Dio, non disdegna di farsi uomo passibile e soggetto
alle leggi della morte.
Gesù Risorto - cappella antica, santuario di san Magno (CN) |
Colui infatti che è vero Dio, è anche vero uomo. Non vi è nulla di
fittizio in questa unità, perché sussistono e l'umiltà della natura
umana e la sublimità della natura divina. Dio non subisce mutazione per la sua misericordia, così l'uomo non viene
alterato per la dignità ricevuta. Ognuna delle nature opera in comunione
con l'altra tutto ciò che le è proprio. Il Verbo opera ciò che spetta
al Verbo, e l'umanità esegue ciò che è proprio della umanità. La prima
di queste nature risplende per i miracoli che compie, l'altra soggiace
agli oltraggi che subisce. E, come il Verbo non rinuncia a quella gloria
che possiede in tutto uguale al Padre, così l'umanità non abbandona la
natura propria della specie.
Non ci stancheremo di ripeterlo: L'unico e il medesimo è veramente Figlio di Dio e veramente figlio dell'uomo. E' Dio, perché «In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio» (Gv 1, 1). E' uomo, perché: «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14).
Non ci stancheremo di ripeterlo: L'unico e il medesimo è veramente Figlio di Dio e veramente figlio dell'uomo. E' Dio, perché «In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio» (Gv 1, 1). E' uomo, perché: «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14).
san Leone Magno, papa - Lettera a Flaviano
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