venerdì 7 dicembre 2012

fine del mondo




Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.

Domenica scorsa è iniziato il tempo di Avvento. Nel calendario della Chiesa Cattolica è l’inizio di un nuovo anno, le cui scadenze sono modellate sugli eventi della vita di Cristo. L’Avvento è infatti il tempo di preparazione alla festa della nascita di Gesù. Ma non solo, perché se Cristo è risorto non ci sono solo gli eventi della sua vita terrena da tenere in considerazione, eventi passati che ormai fanno parte della storia. Se la vita di Cristo continua, la nostra attesa è legata anche e soprattutto a ciò che Cristo continua a fare e alla possibilità di un incontro con lui. In particolare l’Avvento ci ricorda la promessa che Cristo ha fatto riguardo al suo ritorno.

State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso. E' come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare. Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati”. Mc 13, 31-37

Promessa di un ritorno senza una data. Promessa di un ritorno che ha come evento importante l’incontro con lui. È  vero che legato al suo ritorno c’è anche l’annuncio dello sconvolgimento del mondo così come lo conosciamo, ma non ne è la fine, bensì un rinnovamento di tutte le cose. Prospettiva misteriosa perché poco spiegata da Gesù stesso, che annuncia non una fine definitiva, ma un definitivo compimento di tutte le cose.
Quest’anno circola una delle numerose profezie o predizioni ricorrenti che riguardano la fine del mondo. Stavolta è riferita a un calendario Maya. Per chi vuole approfondire la credibilità di questa ‘profezia’ consiglio questo intervento di Paolo Attivissimo:


Il desiderio di conoscere il nostro futuro è sempre forte in noi. Quello che fa Gesù è una cosa un po’ diversa dal prevedere un evento. Semmai invita sempre a far riferimento a lui, nel presente e nel futuro. Il nostro riferimento di cristiani è il legame con una persona che riteniamo risorta e con cui crediamo ci si possa incontrare.

Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.

Kristos Pantokrator - cattedrale di Cefalù

Un evento sconosciuto personalmente può far paura, perché non controllabile. Un evento riferito a Cristo può generare senso e quindi liberazione. Alla base di tutto però deve esserci la fiducia in lui, fiducia che è il fondamento della nostra fede di cristiani. Fede che non è per noi un semplice credere nell’esistenza di un Dio, ma riconoscere possibile che Dio si sia fatto sentire, si sia rivelato e infine in Cristo si sia fatto uomo.

State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Essere attenti agli eventi e prepararsi a ogni evenienza genera attenzione e cura nel vivere la vita. Credo che sia un atteggiamento saggio e prudente. Quindi l’attesa dell’avvento di Cristo può essere uno stimolo in più per fare bene le cose, più che la paura di una fine prossima. 
Il tempo che abbiamo a disposizione può essere l'occasione per diventare sempre più immagine di Cristo.


Cristo è il fine del mondo, non la fine del mondo.

Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono.
Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli. Col 1, 12-20

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