martedì 30 ottobre 2012

confronto




Mentre Gesù partiva da Gèrico

Può essere interessante fare un confronto tra questo episodio e l’incontro tra Gesù e il ‘giovane ricco’ di due domeniche fa. Due incontri, due diversi atteggiamenti, due diversi esiti.

Mentre Gesù andava per la strada

insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare.

un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui

L’uno è fermo, seduto. L’altro arriva di corsa. Bartimeo è cieco, non sa vedere Gesù. Il giovane ricco ci vede bene, o così ritiene, non solo fisicamente, come vedremo. Sa vedere Gesù, e gli si prostra davanti.

Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 


«Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?»

Due titoli dati a Gesù. Due titoli impegnativi: ‘Figlio di Davide’ è il titolo attribuito al Messia. ‘Buono’ è un titolo generico, ma Gesù stesso lo collega a Dio: ‘Solo Dio è buono’.
‘Cosa devo fare?’. ‘Abbi pietà di me!’. Il primo atteggiamento è autocentrato: cosa devo fare io? (per avere la vita eterna: è un obiettivo raggiungibile dall’uomo, per quanto si dia da fare?). Il secondo è autocosciente: c’è qualcosa che non so fare, ho bisogno di qualcuno che sappia fare quello che non so fare io.

Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello,

Il mantello è una delle cose che possiede, forse l’unica. Eppure ha ‘visto’ qualcosa di meglio, quindi lo getta via. Il ricco dell’altro episodio ha ‘molti beni’, che lo accecheranno, gli impediranno di seguire Gesù.

balzò in piedi e venne da Gesù.

Un atteggiamento simile alla corsa dell’altro, ma la corsa è una iniziativa personale del ricco, una sua iniziativa prima di incontrare Gesù, mentre il balzare in piedi di Bartimeo è una conseguenza dell’incontro, dell’iniziativa di Gesù di chiamarlo.


Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?».

Esattamente il contrario della richiesta del giovane ricco, che chiede cosa deve fare lui. I nostri limiti possono essere la possibilità di lasciar fare al Signore. Le nostre capacità o almeno le nostre presunzioni rischiano di impedire al Signore di agire.

E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!».

Bartimeo sa di essere cieco, sa di aver bisogno dell’azione di Gesù. Il ricco sa fare molte cose, crede di vederci bene, pensa di poter fare ancora altre cose, addirittura per ottenere la vita eterna.

Gesù allora disse: “Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi”. Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: “Siamo forse ciechi anche noi?”. Gesù rispose loro: “Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane”. Gv 9, 39-41

E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato».

Ancora una volta il termine ‘fede’ non è solo un generico credere nell’esistenza di un Dio, ma il fidarsi di lui, l’affidarsi a lui completamente, consapevoli che solo lui può fare quello che non sappiamo fare noi.


E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Il ricco dopo l’incontro con Gesù si ferma, se ne va.

si fece scuro in volto e se ne andò rattristato

La richiesta di seguire Gesù (che era la vera richiesta di Gesù, il vendere tutto ne era solo la condizione) è troppo vincolante personalmente. Lui voleva ‘fare qualcosa’. Ma solo seguire Cristo dà la possibilità della vita eterna, non quello che possiamo o vogliamo o sappiamo fare noi. Gesù chiede di seguirlo, di entrare in lui e di lasciare che lui entri in noi. Quindi chiede di lasciarlo fare, non di fare qualcosa noi. Ciò che facciamo (le ‘opere buone’) è solo la conseguenza della sua presenza in noi, non la causa della nostra salvezza.

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