mercoledì 27 giugno 2012
venerdì 22 giugno 2012
varia gente
Gesù con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e
lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea
e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla,
sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di
tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero.
Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano
su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai
suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro
severamente di non svelare chi egli fosse.
Dopo la disputa con
i farisei nella sinagoga (presumibilmente quella di Cafarnao), Marco descrive
brevemente il movimento di gente che comunque va a cercare Gesù. Non so fino a
che punto la gente del popolo riuscisse a cogliere le questioni teologiche e
dottrinali emerse tra Gesù e i farisei, ma Gesù fa miracoli, e questo lo rende
famoso. Tanto che, dice Marco, i discepoli devono fare da bodyguard a Gesù per
impedire che lo schiaccino.
Le persone che
cercano Gesù potremmo identificarle in tre gruppi:
c’è la folla, che lo
cerca perlopiù per i miracoli che fa e per farsi guarire,
c’è la sua famiglia,
che lo cerca un po’ preoccupata,
ci sono i farisei,
che non è che proprio lo cerchino, ma certo lo osservano da vicino.
I confini tra i tre
gruppi non sono sempre molto netti. Tra la gente che lo cerca non ci sono solo
quelli desiderosi di ricevere un miracolo, ma anche chi vuole ascoltare quello
che Gesù ha da dire. Ci sono anche coloro che diventeranno suoi collaboratori. Anche
tra gli oppositori di Gesù ci sono alcuni, pochi per la verità, che non si
schierano contro di lui.
Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi
dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che
sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che
tu compi, se Dio non è con lui». Gv 3, 1-2
Venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale,
come lo vide, gli si gettò ai piedi. Mc 5, 22
Vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio,
buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli
altri. Era di Arimatea, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio.
Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lc 23, 50-52
La folla
Per la maggior parte
della gente Gesù è colui che fa miracoli, in particolare guarisce i malati.
Questo gli attira attorno grandi folle
C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed
erano circa cinquemila uomini. Gv 6, 10
Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla
veniva da lui e disse a Filippo: “Dove possiamo comprare il pane perché costoro
abbiano da mangiare?”. Gv 6, 5
C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di
gente da tutta la Giudea,
da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, lc 6, 17
Queste folle si
assottiglieranno sempre più man mano che Gesù presenterà la propria proposta,
assai impegnativa, e nello stesso tempo ridurrà il numero dei miracoli fino a
non farne più.
I parenti
Per i parenti Gesù è
ovviamente il congiunto a cui si è legati, ma qui le cose si complicano un po’,
sia perché i parenti sono perplessi riguardo al suo comportamento, sia perché
Gesù ha una propria concezione di parentela.
Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed
essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché
stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i
demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi
Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il
nome di Boanèrghes, cioè «figli del tuono»; e Andrea, Filippo, Bartolomeo,
Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda
Iscariota, il quale poi lo tradì.
Entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla,
tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo,
uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
Gesù non considera
molto i propri consanguinei, ma piuttosto si sceglie ‘quelli che vuole … perché
stiano con lui’. Gesù si fa una sua famiglia, che diventa più importante di
quella naturale. Tant’è vero che i nomi delle persone che vengono ricordati e
elencati non sono i nomi dei parenti ma degli apostoli, la sua nuova parentela.
Questo formarsi intorno a Gesù di una famiglia più importante di quella di
origine racchiude in sé il futuro formarsi della famiglia dei credenti, che non
raccoglierà gente del solo popolo di Israele, ma si aprirà a tutti, ebrei e
pagani indifferentemente.
Da parte loro i
parenti naturali sono alquanto sconcertati dalle cose che Gesù fa, e credo
siano anche un po’ preoccupati per il fatto che le autorità lo stiano tenendo
sotto osservazione.
Gli oppositori
Abbiamo già visto
che Gesù è un sorvegliato speciale. I farisei, custodi dell’ortodossia del
popolo di Israele, si accorgono che Gesù ha un modo tutto particolare di
considerare gli aspetti fondamentali della fede ebraica: il sabato, le
prerogative di Dio, il perdono dei peccati, il digiuno. Allora intervengono.
Abbiamo già notato che i farisei hanno dei motivi più che validi e le loro
ragioni legittime per essere perplessi riguardo alle cose che fa Gesù, ma non
scelgono il confronto diretto sulle questioni che Gesù pone, bensì cercano di
delegittimarlo.
Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano:
«Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei
demòni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana
scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà
restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà
restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non
può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo
forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà
saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli
degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà
bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di
colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».
I nemici, in questo
caso gli scribi, cominciano a mettere insieme una strategia di opposizione che
si basa sul mettere in cattiva luce Gesù. Quindi non si preoccupano tanto di
verificare se quel che dice o fa è motivato, ma cercano soprattutto di trovare
appigli per screditarlo. A loro non interessa quello che Gesù dice.
Un esempio lampante
di questo atteggiamento è la domanda di Gesù su Giovanni Battista:
Un giorno, mentre istruiva il popolo nel tempio e
annunciava il Vangelo, sopraggiunsero i capi dei sacerdoti e gli scribi con gli
anziani e si rivolsero a lui dicendo: «Spiegaci con quale autorità fai queste
cose o chi è che ti ha dato questa autorità». E Gesù rispose loro: «Anch’io vi
farò una domanda. Ditemi: il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli
uomini?». Allora essi ragionavano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”,
risponderà: “Perché non gli avete creduto?”. Se invece diciamo: “Dagli uomini”,
tutto il popolo ci lapiderà, perché è convinto che Giovanni sia un profeta».
Risposero quindi di non saperlo. E
Gesù disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Lc
20, 1-8
Nel rispondere alla
domanda di Gesù gli scribi non si preoccupano dei contenuti della domanda, ma
si fermano a chiedersi cosa conviene rispondere. Guardano più alla convenienza
della risposta che alla giustezza della risposta. In questo si dimostrano molto
opportunisti e ben poco spirituali. Questo sarà il loro errore fatale, che li
metterà sempre più contro quello stesso Dio che sono convinti di difendere.
Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori,
mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero:
«Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma
egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo
sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i
miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello,
sorella e madre».
A conclusione del
commento di questo testo, mentre Gesù dà una ulteriore conferma di come lui
intenda la famiglia, faccio notare un particolare curioso: tra tutte le persone
che per diversi motivi cercano Gesù, folla, parenti e oppositori, non c’è
nessuno che sia riuscito ancora a capire chi lui sia veramente. Ma c’è qualcuno
che ci è riuscito, anche se non fa parte di questi gruppi.
Gli spiriti impuri, quando
lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma
egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
C’è una presenza
misteriosa che è già spuntata fuori alcune volte. Una presenza spirituale, che
conosce bene Gesù. Chi saranno questi misteriosi personaggi? E perché conoscono
Gesù? E perché Gesù non vuole che lo dicano?
martedì 19 giugno 2012
lunedì 11 giugno 2012
Iscriviti a:
Post (Atom)