mercoledì 8 febbraio 2012

una giornata di Gesù



Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni.

Siamo a Cafarnao (Kephar Nahum: villaggio di Nahum o villaggio della consolazione), sito riportato alla luce solo nella seconda metà dell’800. Una seconda campagna di scavi fu effettuata nel 1921, e infine uno scavo più accurato fu portato a termine solo negli anni 1970-84 (Corbo e Loffreda). Quest’ultimo scavo portò alla scoperta del villaggio dei tempi di Cristo. La pellegrina Egeria visitò Cafarnao nel 380 testimoniando che «la casa di Pietro è stata mutata in chiesa». Una seconda chiesa fu poi innalzata dai bizantini nel V sec. con pianta ottagonale. Di questa chiesa vi sono tuttora i resti. La prima chiesa (quella di cui parla Egeria) e successivamente quella bizantina sono costruite intorno a una stanza, che potrebbe essere la casa di Pietro, i cui muri riportano un centinaio di graffiti con il nome di Gesù, di Pietro e altre invocazioni.

Cafarnao prima della costruzione della nuova chiesa
La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.

Un primo intervento di Gesù riguarda la suocera di Pietro (che quindi era sposato), e contiene un particolare interessante. Gesù la prende per mano. Un gesto significativo, perché toccare una donna, tanto più con la febbre, era considerato un gesto indegno di un rabbì. È vero che questo suo ruolo non è ancora riconosciuto (Gesù finora non ha fatto altro che insegnare nella sinagoga, cosa che poteva fare qualunque adulto, anche senza avere un incarico specifico), ma forse proprio per questo sembra che Gesù cominci con un passo falso. Toccare una donna con la febbre, quindi impura o quantomeno a rischio di impurità (che era un po’ l’ossessione degli ebrei), non era il modo migliore per presentarsi come uno che voleva diventare rabbì. Il suo gesto verrà ripetuto altre volte, in situazioni ancora più compromettenti, ad esempio nel caso del lebbroso:
Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». Mc 1, 40-41
Quindi Gesù lo fa proprio apposta. Non dimentichiamo poi anche che siamo in giorno di sabato (il giorno non è ancora finito, non è ancora il tramonto). Anche questo particolare ritornerà molte volte, e causerà uno scontro sempre più forte tra Gesù e le autorità religiose di Israele.

Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati.

Gli abitanti di Cafarnao, da buoni ebrei, non si muovono se non dopo il tramonto del sabato, perché la legge impediva a chiunque di fare qualunque movimento o lavoro in quel giorno. A Gesù vengono portati malati e indemoniati. Ma cosa si intende per indemoniati? Nell’episodio precedente abbiamo avuto un primo episodio in cui Gesù trova uno ‘spitito impuro’, ma abbiamo visto che non è facile capire cosa si intenda. Qui però non si parla di ‘spiriti impuri’, bensì di indemoniati, e poco oltre, di demòni che vengono scacciati. Sembra che ci sia una differenza. Teniamo d’occhio la questione, e negli episodi successivi forse riusciremo a capire di cosa si tratta. Una cosa comunque la si può già notare: qualunque cosa siano i demòni, Gesù non solo è in grado di scacciarli, ma ce ne sono tanti, cosa che lascia alquanto perplessi. In un villaggio come Cafarnao, certamente piccolo, che ci siano dei malati è comprensibile, ma possibile che ci siano così tanti indemoniati? È un indizio in più che con il termine indemoniati venivano chiamati tutti coloro che avevano delle ‘malattie strane’?

Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

Un particolare che avevamo già notato nell’episodio precedente, nella sinagoga: Gesù zittisce i demòni, perché lo conoscono. Ma mentre nella sinagoga non si capiva bene se stesse parlando con l’uomo o con lo ‘spirito impuro’, qui viene detto chiaramente che impedisce ai demòni di parlare. Molto misterioso.

Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!».

il lago di Tiberiade

Due particolari interessanti:
È il giorno dopo il sabato, e Gesù si alza (il termine usato nel testo greco è anastàs) quando è ancora buio e si ritira in un luogo appartato. Curiosamente tutta questa situazione richiama quello che succederà nel giorno della resurrezione. Anche là siamo nel giorno dopo il sabato, al mattino presto. Anche là Gesù si ‘alza’ (stesso verbo usato) quando tutti dormono e nessuno lo vede. Anche là ci sono Simone e altri con lui, che si mettono sulle sue tracce. Anche là lo cercano.

Risorto (anastàs) al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala. Mc 16, 9

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. I discepoli perciò se ne tornarono di nuovo a casa. Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?».Gv 20, 1-15

Secondo particolare: Gesù prega. Ma non è Dio? Chi prega? La risposta per noi cristiani è automatica: prega il Padre. Ma forse dovremmo pensarci un po’ di più, perchè la nostra risposta risente del catechismo che abbiamo imparato, e forse bisognerebbe imparare a ragionare sulle cose imparate (che peraltro sono importantissime, senza queste cose non avremmo alcun punto di partenza) e coglierne il significato. Ecco perché può essere utile immedesimarsi negli episodi del vangelo fin dall’inizio, in modo da fare anche noi il percorso di consapevolezza che la chiesa ha fatto, per evitare di ripetere delle cose pensate da altri senza mai arrivare a sperimentare in prima persona la conoscenza di Gesù. Dunque Gesù prega. È uno dei primi indizi di cui si cercherà di tenere conto nella successiva ricerca che farà la Chiesa riguardo all’identità di Gesù. Qui Gesù e il Padre sono distinti, come nel Getsemani.
…pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà. Lc 22, 41-42
Ma in altri momenti Gesù si identifica con il Padre
Io e il Padre siamo una cosa sola. Gv 10, 30
La Chiesa ha cercato di tener conto di tutti e due i testi per cercare di capire chi sia veramente Gesù, ricavandone la convinzione che Gesù sia Dio con il Padre, ma nello stesso tempo una persona distinta da lui e nello stesso tempo anche vero uomo. Nei primi secoli della Chiesa molte sono state le lotte e discussioni riguardo a questa domanda: chi è veramente Gesù? Dio o uomo? E molte sono state le risposte:
Gesù è Dio, uomo solo in apparenza (docetisti)
Gesù è uomo ma non Dio (adozionisti)
Gesù è Dio ma non uomo (monofisiti)
Gesù e il Padre sono solo due modi diversi di manifestarsi della stessa divinità (modalisti).
La Chiesa Cattolica ha riconosciuto in Cristo la personalità divina e quella umana unite e distinte, riassumendo tutto il percorso teologico nel credo Niceno-Costantinopolitano, quello che noi cattolici proclamiamo durante la messa domenicale.


Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Ancora le sinagoghe e ancora i demòni. Per ora Gesù può parlare liberamente, non ha ancora fatto nulla che lo metta in contrasto con le autorità religiose (tranne guarire di sabato una donna toccandola, ma forse questo essendo avvenuto in casa non si è saputo in giro), ma vedremo che presto le cose cambieranno. Un altro particolare curioso è che ancora una volta si evidenzia il ruolo di ‘scacciatore di demòni’ di Gesù, piuttosto che di guaritore. A noi verrebbe da mettere più in evidenza il fatto che guariva i malati. Invece Marco sottolinea il fatto che predichi e che cacci i demòni. Evidentemente Gesù individua, oltre al male fisico, anche un qualche tipo di altro male, al quale sembra persino più interessato, forse perché lo ritiene più grave. Vedremo gli sviluppi di questa curiosa questione.


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