giovedì 26 gennaio 2012

venite con me

Mc 1, 14-20

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea,

            Proviamo a vivere anche noi l’avventura di coloro che per primi conobbero Gesù e lo 
            seguirono, basandoci sul fatto che se Cristo è risorto, può coinvolgere anche noi come 
            ha coinvolto le persone che lo hanno incontrato nei giorni della sua vita terrena. Gesù 
            inizia il suo ministero in Galilea, la regione più settentrionale della Palestina. È una 
            regione multietnica e multiculturale. È anche la regione più lontana da Gerusalemme, 
            la Città Santa. La Galilea somiglia molto alle nostre città.
 

proclamando il vangelo di Dio,

            Marco il suo vangelo lo aveva iniziato così: ‘Inizio del vangelo di Gesù Cristo, figlio di Dio’. 
            È una sorta di titolo, e anche una dichiarazione di intenti, e insieme una definizione di 
            Gesù. Gesù stesso è il vangelo, il messaggio di Dio. Giovanni il Battista si era definito 
            come voce, ma Gesù è la Parola, la parola stessa di Dio. Quindi Gesù non è solo uno 
            che dice delle cose, ma è lui stesso le cose che dice, la loro realizzazione, il loro 
            compimento.

e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino;

            Le prime due cose che Gesù dice sono particolarmente importanti. Noi che tendiamo 
            a ridurre il vangelo a un messaggio morale, a indicazioni di comportamento, rischiamo 
            di scivolare subito alle cose che Gesù dice dopo: convertitevi e credete al vangelo, 
            perché sono le cose operative. Ma Gesù in primo luogo non è venuto a insegnarci 
            delle cose, ma a rivelarci delle cose. Le parole che dice (la Parola che dice) sono 
            ben di più che semplici insegnamenti e norme. Portano delle rivelazioni di cose che 
            non sapevamo ancora e che lui ci comunica. La prima rivelazione è ‘il tempo è 
            compiuto’. Il tempo si compie, arriva al suo culmine, al suo senso finale. Tutto 
            quello che è venuto prima si compie in questo momento. Un qualcosa di simile 
            si trova nel vangelo di Luca:

                        Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò 
                        a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». 
                        Lc 4, 20-21

                        Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da 
                        donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, 
                        perché ricevessimo l'adozione a figli. Gal 4, 4-5

            Noi abbiamo perso molto del senso di questa attesa, perché non viviamo più 
            aspettando il Messia come invece faceva (e fa ancora) il popolo di Israele.

                        Giovanni [il Battista], che era in carcere, avendo sentito parlare delle 
                        opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: “Sei tu 
                        colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?”. Gesù rispose: 
                        “Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi 
                        ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, 
                        i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata 
                        la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me”. mt 11, 2-6

            Ma anche se non viviamo più la grande attesa come Israele, sperimentiamo anche noi 
            nei confronti di Dio un’attesa non poi troppo diversa: aspettiamo ancora che si faccia 
            sentire, che dia un segno della sua esistenza e presenza. 


            E per molti la sua assenza diventa agnosticismo, oppure indifferenza verso un messaggio 
            che viene ritenuto poco significativo perché solo umano. Quello che propone Gesù è 
            invece una sua presenza reale, immediata, personale: il regno di Dio è vicino, perché 
            il regno è lui, Gesù stesso. Dio è vicino, sia nello spazio che nel tempo. Chi ha davanti 
            Gesù ha Dio davanti a sé.

convertitevi e credete nel Vangelo

            Ecco, ora è possibile dare un senso alle esortazioni operative che Gesù pronuncia. 
            È come se dicesse: io ho fatto la mia parte, sono venuto, ora tocca a voi. Solo davanti 
            alla presenza di Gesù-Parola ha senso la nostra risposta del convertirci. Convertirsi 
            significa infatti girarsi verso di lui, per poterlo seguire e incontrare. Ma se lui non ci fosse, 
            se non si fosse rivelato, come sapremmo verso dove girarci? E se Gesù stesso è il 
            vangelo, allora credere nel vangelo significa credere in lui, fidarsi di lui. Ecco allora 
            che convertirsi e credere al vangelo non sono più delle pie esortazioni religiose che 
            ci invitano a diventare vagamente migliori e a essere genericamente credenti. L’invito 
            che fa Gesù è di guardarlo e fidarsi di lui.

vide Simone e Andrea
venite dietro a me
subito lasciarono le reti e lo seguirono.

vide Giacomo e Giovanni
li chiamò
lasciarono il loro padre e andarono dietro a lui.


            Solo accettando che Gesù sia quello che è si capiscono le decisioni che prendono le 
            persone che per prime diventano suoi discepoli. Non hanno trovato solo uno che gli 
            diceva ‘cercate di fare i bravi’ o ‘comportatevi bene’. Si sono trovati davanti Dio stesso. 
            Sono dei comandi veri e propri quelli che Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni si 
            sentono rivolgere. E a questi comandi obbediscono, lasciando quello che stavano 
            facendo. Comincia a delinearsi il gruppo degli apostoli, quelli chiamati appositamente 
            da Gesù per svolgere un compito (vi farò diventare pescatori di uomini)

                        chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì 
                        Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare. Mc 3, 13-15

            Oltre agli apostoli vedremo i discepoli, coloro che di propria iniziativa decideranno di 
            seguire, in modi diversi, Gesù. E oltre a questi due gruppi, uno più definito, l’altro più 
            grande e generico, ci sarà poi la folla, tutte le persone che in qualche modo assisteranno, 
            fosse anche solo di sfuggita, agli eventi della vita di Gesù.
            Per non essere tagliati fuori dall’avventura, sarà interessante chiedersi: ma io, di quale 
            di questi gruppi faccio parte?






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