giovedì 8 dicembre 2011

berlicche 8


Mio caro Malacoda,
dunque tu nutri “grandi speranze che la fase religiosa del paziente stia morendo”? Io sono sempre stato dell’opinione che la scuola di tirocinio fosse bell’e spacciata da quando Ciriatto Sannuto vi fu messo a capo, e ora ne sono sicuro. Nessuno ti ha mai detto qualcosa sulla legge dell’Ondulazione?
Gli esseri umani sono anfibi, mezzo spirito e mezzo animale (La risoluzione del Nemico di produrre un ibrido talmente ributtante fu una delle cose che decisero Nostro Padre a ritirargli il suo appoggio): come spiriti essi appartengono al mondo dell’eternità, ma come animali sono abitatori del tempo. Ciò significa che, mentre il loro spirito può essere diretto verso un oggetto eterno, il loro corpo, le passioni e l’immaginazione sono in continuo divenire, poiché essere nel tempo significa mutare. Perciò la cosa che più li avvicina alla costanza è l’ondulazione, cioè il ripetuto ritorno a un livello dal quale ripetutamente si allontanano, in una serie di depressioni e di elevazioni. Se tu avessi osservato il tuo paziente avresti scorto questa ondulazione in ogni settore della sua vita: l’interesse per il lavoro, l’affetto verso gli amici, gli appetiti fisici, tutto va su e giù.
Finchè egli vivrà sulla terra, periodi di ricchezza e di vivacità emotiva e corporale si alterneranno a periodi di torpore e di povertà. La fase di aridità e di ottusità che il tuo paziente sta ora attraversando non sono, come tu scioccamente supponi, effetto della tua abilità. Sono puri fenomeni naturali che non ci apporteranno utilità alcuna, a meno che tu non li sappia usare bene.
Per decidere quale sia il miglior uso che ne puoi fare, devi chiederti qual è l’uso che desidera farne il Nemico, e poi agire all’opposto. Ora, può essere una sorpresa per te venire a sapere che nei suoi sforzi di impossessarsi per sempre di un’anima, egli si basa sulle depressioni ancor più che sulle elevazioni. Alcuni dei suoi speciali favoriti sono passati attraverso depressioni più lunghe e più profonde di qualsiasi altro. La ragione è questa: per noi un essere umano è innanzitutto cibo. Nostro scopo è l’assorbimento della sua volontà nella nostra, e l’aumento, a sue spese, della nostra area di egoismo. Ma l’obbedienza che il Nemico chiede all’uomo è cosa del tutto diversa. Bisogna guardare in faccia l fatto che tutto quel parlare intorno al suo amore per gli uomini, e intorno al suo servizio come perfetta libertà non è (come si vorrebbe allegramente credere) pura propaganda, ma una terribile verità. Egli vuole proprio riempire l’universo di una quantità di nauseanti piccole imitazioni di se stesso; creature la cui vita, in miniatura, sarà qualitativamente come la sua, non perché egli li assorbirà, ma perché le loro volontà si conformeranno liberamente alla sua. Noi vogliamo mandrie che finiranno per diventare cibo, egli vuole servi che diverranno, infine, figli. Noi vogliamo assorbire, egli vuol concedere in abbondanza. Noi siamo vuoti e vorremmo riempirci, egli possiede la pienezza e trabocca. La nostra guerra ha per scopo un mondo nel quale il Nostro Padre Laggiù abbia attratto a sé tutti gli altri esseri, il Nemico vuole un mondo pieno di esseri uniti a lui ma sempre distinti.
Ed è qui che le depressioni entrano in gioco. Ti sarai domandato spesso perché il Nemico non fa maggior uso del suo potere di essere sensibilmente presente alle anime umane in qualsiasi grado egli scelga e in ogni momento. Ma ora tu vedi che l’Irresistibile e l’Indiscutibile sono le due armi che la natura stessa del suo schema gli proibisce di usare. Il semplice dominare la volontà umana sarebbe inutile per lui. Egli non può rapire, può soltanto corteggiare. Infatti ha l’ignobile idea di mangiare la torta e insieme di conservarla. Le creature devono essere una sola cosa con lui, ma intanto devono rimanere se stesse. Puramente annullarle o assimilarle non serve. È pronto a dominare un pochino all’inizio. Le metterà in moto con comunicazioni della sua presenza che, quantunque deboli, sembrano grandi per loro, con emozioni dolci e facendo loro superare facilmente le tentazioni. Ma non permette mai che questo stato di cose duri a lungo. Presto o tardi ritira, non di fatto ma dalla loro esperienza consapevole, tutti i sostegni e gli incentivi. Lascia che la creatura stia in piedi con le sue stesse gambe, a compiere puramente con la volontà doveri che hanno perduto ogni gusto. È durante tali periodi che la creatura diventa di quel genere che egli desidera che sia. Quindi le preghiere offerte in uno stato di aridità sono quelle che più gli sono gradite. Noi possiamo trascinare i nostri pazienti con una continua tentazione perché noi li destiniamo solo alla tavola, e maggiori saranno le interferenze con la loro volontà e meglio sarà. Egli invece non può tentare alla virtù come noi tentiamo al vizio. Egli vuole che essi imparino a camminare, e perciò deve tirare via la mano. E purchè ci sia veramente la volontà di camminare, egli sembra gradire perfino il loro inciampare. Non ingannarti, Malacoda, la nostra causa non è mai in maggior pericolo di quando un essere umano, senza più desiderio ma ancora con l’intenzione di fare la volontà del nostro Nemico, si guarda intorno e scorge un universo dal quale ogni traccia di lui sembra essere svanita, e si chiede perché è stato abbandonato, e tuttavia continua a obbedire.
Ma naturalmente le depressioni offrono opportunità anche alla nostra parte. La prossima settimana ti darà alcune indicazioni di come sfruttarle.

Tuo affezionatissimo zio

Berlicche

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