giovedì 29 settembre 2011

chi dei due?

Mt 21, 28-32 

Un uomo aveva due figli.
Come già nella parabola del ‘figliol prodigo’, che inizia con le stesse parole, i due figli del Padre riassumono due atteggiamenti diversi, due modi di essere e di rapportarsi al Padre stesso. Questa parabolina riassume il comportamento dei due figli della parabolona di Lc 15, 11-32. Laggiù i vari atteggiamenti e comportamenti sono più dettagliati, qui invece Gesù li riassume per sottolineare un altro aspetto.

Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò.
Lc 15, 11-19: il figlio più giovane partì per un paese lontano ... Quando ebbe speso tutto … cominciò a trovarsi nel bisogno … Allora disse: ‘Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te…
In ‘ho peccato contro il cielo e davanti a te’ riecheggia il ‘poi si pentì’ del primo figlio in questa parabolina.

Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò.
Lc 15, 25-30: Il figlio maggiore … i rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando…”».
Il ‘ti servo da tanti anni’ richiama il ‘sì, signore’ in questa parabola.


Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
Ecco la domanda che fa la differenza, che stabilisce un criterio in più rispetto alla valutazione personale delle scelte da fare. È il criterio di chi si dichiara, oltre che appartenente al genere umano, cristiano. Qui si trova il grande passaggio dalla visione esclusivamente personale della vita (ciascuno fa ciò che ritiene meglio) a una visione più ampia (dove si cerca di fare non solo quello che sembra meglio a noi, ma ciò che Dio rivela essere meglio ancora, in una visione della realtà più vasta, che noi non possediamo). Ovviamente questo non esclude che si debbano mettere in gioco tutte le nostre capacità e doti, che peraltro ci sono state date da Dio stesso e non possono essere sostituite da un'adesione cieca alla sua volontà (del tipo 'non penso più perchè tanto Dio pensa per me'). 
Storia di Piero
Piero viveva da solo sulle rive di un fiume, e aveva la possibilità, come don Camillo, di parlare a tu per tu con Gesù. Un giorno gli chiese: “Se mi trovassi in difficoltà tu mi aiuteresti, vero?”. “Certamente!”, gli rispose Gesù. Qualche tempo dopo iniziò a piovere, e piovve tanto che il livello del fiume cominciò a ingrossarsi pericolosamente. Piero chiese ancora a Gesù: “Se il fiume sale ancora mi salverai, vero?”. Gesù gli rispose di nuovo “Ma certo! Fidati di me.”. Continuò a piovere e il fiume si sollevò ancora. La casa di Piero venne allagata e lui dovette salire al primo piano. Il giorno dopo arrivò una lancia dei Carabinieri per mettere in salvo Piero, ma lui non volle salire. La pioggia non diminuì, tanto che il fiume continuò a salire di livello fino ad allagare anche il primo piano. Piero dovette salire sul tetto. Tornarono i Carabinieri con la barca per portare via Pietro, ma lui non ne volle sapere: “Ho chi mi aiuterà” disse loro. I Carabinieri se ne andarono e continuò a piovere. Il fiume salì ancora, sommerse la casa di Piero che annegò. Arrivato in paradiso Piero tutto arrabbiato si presentò davanti a Gesù e gli disse: “Signore, io mi sono fidato di te e guarda cosa mi è successo! Perché non mi hai aiutato come avevi promesso?”. E Gesù gli rispose: “Ma Piero, ti ho mandato per due volte i Carabinieri!”.


Se Dio ha rivelato qualcosa di sé, noi abbiamo a disposizione molto più delle nostre capacità e risorse. Il cristiano riconosce nella rivelazione di Dio la rivelazione anche della sua volontà, della sua visione della vita, del mondo, del tempo e dell’uomo. Non solo la riconosce ma si impegna a portare la propria volontà verso la volontà di Dio, riconoscendo che la volontà di Dio, così come la sua visione della vita e del mondo, è molto più vasta e completa dalla propria, che è piccola e limitata. 

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