sabato 26 febbraio 2011

Cosa succede quando si incontra il Signore?



Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù,

Zaccheo è il protagonista di questo incontro. Proviamo a vedere quali sono le somiglianze tra noi e lui. Zaccheo ha alcune caratteristiche: è il capo dei pubblicani (ebrei che facevano gli esattori delle tasse per i romani, collaborazionisti e pure un po' ladri). Una sorta di lobby, di cui Zaccheo era il capo. Ovviamente per questo motivo era ricco. Probabilmente molti a Gerico conoscevano questo personaggio. Anche noi abbiamo ciascuno delle caratteristiche che tutti conoscono (spero non troppo simili a quelle di Zaccheo) e in base alle quali gli altri si fanno una loro idea di noi, buona o cattiva che sia. Ma Zaccheo aveva anche qualcos’altro, più segreto, meno evidente: desiderava vedere Gesù. Non sappiamo perché. Magari semplice curiosità.

non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura.

Ammesso che desideriamo vedere il Signore, è possibile però che ci si trovi circondati da una folla di cose che ci ostacola. E inoltre può essere che la nostra statura spirituale sia un po’ ridotta.

io Zaccheo me lo immagino così, con il volto, la statura e l’espressione di Danny De Vito
 
corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro,

Evidentemente Zaccheo ci teneva parecchio, perché fa di tutto per riuscire a vederlo. I sicomori sono alberi che hanno il tronco molto corto, è facile salirci sopra. Se voglio davvero vedere il Signore posso aver bisogno di ‘salire’ su qualcosa che mi permetta di vederlo meglio. A questo dovrebbe servire la parrocchia, credo.


perché doveva passare di là.

Precisazione interessante. Non basta che Zaccheo faccia tutto il possibile, occorre che in quel momento il Signore passi. Zaccheo va a cercare il posto dove il Signore passa, non aspetta che passi dove sta lui seduto ad aspettarlo.

Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».

Gesù non ha fatto ancora nulla, se non entrare a Gerico (cosa peraltro fondamentale). Finora abbiamo visto cosa ha fatto Zaccheo, in cui ci rispecchiamo un po' anche noi. Ora stiamo a vedere cosa fa Gesù. Lo guarda, lo chiama per nome, e poi gli dice una cosa inaspettata: oggi devo fermarmi a casa tua. Questa è la parola di Dio a Zaccheo. Ma in Zaccheo ci siamo anche noi. Oggi devo fermarmi a casa tua. E nessun rimprovero, nessuna accusa, ma un autoinvito. Davanti a una proposta del genere che facciamo? Zaccheo scende e lo accoglie pieno di gioia.

Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto.

Senza che Gesù gli chieda niente, Zaccheo si rende conto di cosa vuol dire avere il Signore in casa e agisce di conseguenza. Ecco cosa succede quando si incontra il Signore. Non è la Legge che impone a Zaccheo di comportarsi bene (Zaccheo da buon ebreo la Legge la conosceva bene. Ma non la rispettava), è lui stesso che in conseguenza dell’incontro con Gesù capisce e decide di cambiare quello che non va.

Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.

Gesù non minimizza, non dice ‘massì, in fondo sei una brava persona’. Dice chiaramente che Zaccheo era perduto. Ma lui è venuto a cercare e salvare proprio Zaccheo, proprio noi. E non quando siamo bravi e buoni, una pacca sulla spalla e via, ma proprio quando non lo siamo (pur senza essere forse al livello di Zaccheo). Meno male...


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