mercoledì 19 gennaio 2011

domande e risposte

In attesa che Dio risponda alle nostre domande possiamo forse utilizzare saggiamente il tempo che abbiamo a disposizione andando a vedere cosa è successo quando le risposte a qualcuno le ha date. Chissà che non possa uscirne qualcosa di interessante. E magari veniamo pure a scoprire che le stesse cose che gli vorremmo chiedere noi gliele ha già chieste qualcun altro, e magari lui ha già anche risposto (sarà per questo che non risponde più a me?).
Un dottore della Legge si alzò per mettere Gesù alla prova e chiese: "Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?" (Lc 10, 25)

Ma guarda, una delle domande che avevo nella lista. Lui come risponde?
           "Che cosa sta scritto nella Legge?" (Lc 10, 26)

Non vale. Non si risponde con una domanda.
Chissà perché ha risposto così. Chi gli fa la domanda è un dottore della Legge, e nella Legge (si intende la Legge di Mosè, l’insieme delle norme originate dalla prima rivelazione di Dio, all’inizio dell’Antico Testamento) si trova già quello che Dio ha rivelato. 
Ma guarda un po’, Gesù sta facendo fare al dottore della Legge la stessa cosa che fa fare a me: prima di aspettarmi una risposta personalizzata devo andare a cercare se questa risposta non sia già stata data. 
Er dotto' raccoglie la sfida, e a quanto pare è preparato, perché trova subito la risposta.
 ‘amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze’ (Dt 6,5)
‘amerai il tuo prossimo come te stesso’ (Lv 19,18)

 Io non sono un dottore della Legge. Figuriamoci, non sono neanche un infermiere della Legge. Però  ho provato ad andare a cercare nella Legge anch’io, approfittando del fatto che noi, a differenza der dotto' che aveva solo una parte della rivelazione a portata di mano, ne abbiamo un bel pezzo in più, e che pezzo! Noi abbiamo non solo la rivelazione di Dio, ma anche l’incarnazione di Dio. 
A dire il vero l’incarnazione di Dio ce l’ha davanti in carne e ossa anche er dotto', ma poveraccio, mica poteva sapere chiaramente chi era quello che gli stava davanti. 
Er dotto' chiede: ‘Cosa devo fare per ereditare la vita eterna?’. Dice ‘ereditare’. Io gli avrei chiesto, che so, ‘avere’, oppure ‘ottenere’. Siccome lui è dotto' e io solo infermiere, allora lascio a lui la scelta dei termini tecnici. Come si fa a ereditare la vita eterna? Per ereditare qualcosa occorre essere eredi designati, o per rapporti di parentela, o per decisione del testatore. È vero che il testatore lo si può anche abbindolare, inducendolo con la frode a nominare l'erede, ma in questo caso, essendo Dio il testatore, la cosa risulta un tantinello difficile. Tanto più se l’eredità a cui si aspira è la vita eterna, cosa mai sarà possibile fare per ottenerla? Se non la concede l’unico che la possiede, qualunque sforzo, impresa, attività o impegno risulta inutile. Mica possiamo rubargliela. L’unico modo per ereditarla è essere suoi familiari. Meno male che noi non siamo più
 ‘stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio’. (Ef 2, 19).
 Anzi, meglio ancora:
Dio ha mandato il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. E che voi siete figli lo  prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per grazia di Dio. (Gal 4, 4-7)

Mappensatè! Sono erede. 
Devo solo comportarmi degnamente, per evitare di essere diseredato. E che devo fare? Er dotto' lo aveva già scoperto da solo:
amerai il Signore, tuo Dio ... amerai il tuo prossimo come te stesso’
Gesù gli disse: "Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai". (Lc 10, 28)

 ho superato l'esame da infermiere della Legge?

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